“Lex” / 4 – A Laureana di Borrello, il Consiglio comunale gioca d’anticipo e si scioglie
Ha lasciato dolorosi strascichi, e forse non poteva essere diversamente…, l’operazione “Lex” della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, che a Laureana di Borrello nei giorni scorsi ha decimato le ‘ndrine Lamari e Chindamo-Ferrentino.
E’ così che
dopo il fermo (poi convalidato) dell’assessore ad Ambiente, Servizi idrici e tante altre deleghe Vincenzo Lainà, insieme ad altre 39 persone (e un irreperibile), il sindaco Paolo Alvaro (vedi foto a destra) e l’intero Consiglio comunale laureanese hanno deciso di dimettersi all’unisono, provocando ovviamente lo scioglimento dell’Ente locale (sarebbe bastato, peraltro, il solo abbandono del primo cittadino).
Nei fatti non si tratta di una decisione dirompente, o in grado di mutare autonomamente gli scenari rispetto all’Ente locale: più che altro, di una scelta “anticipatoria”, per precorrere i tempi rispetto al pressoché inevitabile accesso antimafia al Comune pianigiano (per come ammesso, indirettamente, anche dai magistrati in occasione della conferenza stampa).
Ma per meglio contestualizzare, bisogna anche aggiungere che ormai primo cittadino e Consiglio comunale erano a fine mandato (l’elezione risale al maggio del 2012): a “saltare” è soltanto l’ultimo tratto di strada amministrativa in programma.
Decisivo, nella ricostruzione delle infiltrazioni mafiose al Comune di Laureana di Borrello, il “pentito” Nicola Lentini, trafficante d’armi e droga («oltre 200 rapine») d’antica frequentazione delle cosche più feroci di Rosarno, che – anche per l’insistenza dei familiari, molto preoccupati per lui e per l’intera schiera dei congiunti – ha dato inizio alla propria collaborazione il 9 ottobre dello scorso anno, quando ha deciso di «cambiare vita» dopo una lunga serie di reati commessi al soldo delle “famiglie” pianigiane.
« All’interno del Comune, le cosche di ndrangheta dispongono di un politico di nome Lainà – ha detto Lentini ai magistrati della Dda reggina –. Vincenzo Lainà (foto a sinistra) ha vinto le elezioni con la “forza” mafiosa. Giovanni Cutuli, soggetto di spicco nella malavita laureanese, cognato di Carmelo Lamari, reperiva i voti per Lainà. Stesso ruolo ha svolto Di Giglio Antonino detto Tonino…………………………….. Ferrentino e Di Giglio supportavano Lainà del Comune di Laureana di Borrello. Ricordo che raccoglievano voti per lui e gli “ronzavano” intorno. Trattasi di un soggetto “a loro disposizione”.
Lainà fa il professore presso la scuola elementare. Era il loro riferimento presso il Comune».
E peraltro, Lentini era amico personale giusto di Marco Ferrentino, al punto da averci passato insieme “in famiglia” il giorno di Natale.
…Soggetto pericoloso, Ferrentino, al punto da aver avuto un diverbio col potente capobastone Angelo Lamari ed esserglisi rivolto dicendogli: «Se non stai zitto, ti strappo la testa e ci gioco al pallone!».
Perciò Nicola Lentini ha avuto modo di riferire varie circostanze al riguardo, tra l’altro puntualizzando che «il sindaco di Laureana di Borrello, tale Alvaro, è una figura politica rappresentativa “di comodo”. Tutti sanno che non frequenta i locali del Comune. Da quello che ho appreso “rappresentava” l’ex Sindaco Ceravolo che non poteva più ricandidarsi».
E poi ancòra: «Chi decide tutto nel Comune di Laureana di Borrello sono Pino Marino, Topazio Di Giglio e Lainà Vincenzo. Alvaro non decide nulla. I Chindamo-Ferrentino hanno il loro riferimento in Topazio Di Giglio, la cui figlia è fidanzata con Chindamo Alberto, figlio dell’ucciso Chindamo Enzo. Lainà Vincenzo detto “u nzarricchiu” è il riferimento di Marco Ferrentino e Tonino di Giglio. Pino Marino, che è all’Ufficio tecnico del Comune di Laureana, risponde ad Angelo Lamari. Il Sindaco Alvaro, ripeto, non ha voce in capitolo».
Nello specifico, precisa poi Lentini ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia, «per i lavori pubblici, decidono sicuramente Lainà e Topazio Di Giglio: i due ad Alvaro danno solo la documentazione da firmare».
Per la cronaca, i magistrati tributano «massima» affidabilità al collaboratore di giustizia, le cui dichiarazioni vengono tra l’altro considerate sovrapponibili a quelle di Roberto Furuli, altro “pentito”-chiave dell’inchiesta Lex, benché i due neanche si conoscessero.
La N&P, peraltro (cioè Napoli e Prossomariti, dai cognomi di due dei più “in vista” tra i 40 fermati: nella foto a sinistra, Andrea Prossomariti), era «la ditta che ha tutti gli appalti del Comune di Laureana di Borrello», come confermato da Lentini. Ma anche le rinomate terme di Galatro sono entrate nella sfera d’influenza dei Lamari: «So che ha investito denaro nelle terme di Galatro Rocco Lamari. Insomma le terme di Galatro sono di Lamari Rocco. Davide, figlio di Rocco, cura gli interessi del padre in quell’attività».
Ma c’è molto di più, in mano agli inquirenti.
Il colloquio intercettato tra l’ex vicesindaco Antonino Digiglio e l’avvocato Alberto Morano, tra le altre cose, fa riferimento a una telefonata – a sua volta captata – tra il sindaco Alvaro e l’architetto Angelo Massimo Nostro, in cui il primo cittadino laureanese « contatta il citato Nostro per incontrarsi e poi recarsi presso il palazzo regionale di Catanzaro. È più che palese che i due siano a conoscenza di ogni illecito avvenuto – si legge nel provvedimento di fermo – ed a cui stanno facendo riferimento, gli stessi paventano, per allontanare da se sospetti e responsabilità, di denunciare alle Autorità proposte».
Ma indefinitiva, l’Amministrazione in carica era o no in qualche modo “proiezione” di quella guidata dall’ex sindaco Mimmo Ceravolo?
Forse nella designazione del successore; non certo negli intenti criminali, stando al provvedimento di fermo.
E in effetti, nel conversare l’ex vicesindaco Digiglio con l’avvocato Morano, quest’ultimo chiarisce che bisogna temere un possibile scopo:
ALBERTO: «Un obiettivo da parte … arriverà di CERAVOLO e far sciogliere l’amministrazione per infiltrazione mafiosa.
ANTONINO: e, ma per che co…
ALBERTO: no, minchia perché!?
ANTONINO: e noi che Alberto? E noi che problema abbiamo? Voglio dire
ALBERTO: no
ANTONINO: cioè voglio dire qual è l’obietti…
ALBERTO: c’è il problema
Del resto, il geometra dell’Ufficio tecnico di Laureana Pino Marino a un tratto risultava ormai «non gradito» ai Chindamo-Ferrentino e ai Lamari contemporaneamente e, per andare alla sua rimozione, Domenico Callà si spinse a proporre il fratello Ninì con un’imbasciata al vicesindaco Trapasso tramite Totò Carè, con modalità tali da far capire che la richiesta proveniva dallo stesso Angelo Lamari (nella foto qui a destra). « Anche da questa vicenda – scrivono i magistrati – si comprende chiaramente, la pesante infiltrazione della ndrangheta locale nell’Amministrazione comunale».
Chiarissima poi la testimonianza del responsabile della Quinta Ripartizione, l’ingegnere Sandro Guerrisi, in relazione alle proprie dimissioni da responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune tirrenico: «Per come mi chiedete io da tecnico ho vissuto nel corso del mio mandato presso il Comune di Laureana di Borrello, la percezione di poter diventare strumento nelle mani del LAINA’ e quindi della maggioranza Sindaco Alvaro in testa che non mi ha mai difeso, che intendevano utilizzarmi per svolgere le mie funzioni a loro piacimento favorendo in particolare le ditte sopra indicate per la realizzazione delle opere pubbliche.
Da altre conversazioni tra il sindaco Alvaro e il suo vice Trapasso (……) stando ai magistrati emergerebbe uno stato di fatto: «Il Sindaco Alvaro Paolo ed il Vice Sindaco attuale Trapasso Giuseppe fungono da “ago della bilancia”, non ponendosi mai in contrasto e di fatto a conoscenza della gestione scellerata ed illegale della spartizione dei lavori pubblici ad aziende della mafia. Vuole tuttavia rappresentarsi che in seno al Comune non vi è alcun contrasto politico nell’amministrazione della cosa pubblica: e laddove si vuole lanciare il messaggio della discordia, il dato si presenta del tutto fallace, atteso che nelle scelte di governo e quindi di amministrazione – come emerge dall’attività tecnica – tutti i locali politici apparivano in totale armonia».
Stavo scrivendo un commento sulla notizia Lex 4,ma la chiamata di un conoscente e la mia risposta hanno cancellato cio’che avevo scritto.Sono un amico d’infanzia e coetaneo di Paolo Alvaro.Vivo a TO da 50 anni e per 35 anni non ho fatto ritorno a Laureana.Essendo in pensione,ogni 5/6 mesi mi piace soggiornare pet 4/5 gg. durante i quali vengo gratificato dall’accoglienza di Paolo Alvaro e Toto’ Care’.Ai miei occhi entrambi e da sempre sono apparsi quali persone perbene,che hanno tenuto la schiena dritta.Ho pensato, senza dirglielo,che la politica non meritava un uomo come Paolo,che ha sempre avuto come stella polare lo spartiacque verso incombenti nebulosi e poco chiari.D’altronde e’ figlio di cotanto padre,il mitico medico Alvaro,amatissimo dalla popolazione,che ha sempre fatto del bene e che,a seguito della sua scomparsa,tanti e tanti rimpianti ha lasciato.Sono stato sempre ammirato dalla vastissima cultura classica di Paolo,grande studioso dei filosofi greci,dai quali ha mutuato principi universali ed eterni. Quando lo incontravo,non mi nascondeva il problema che lo assillava:il rischio di default del Comune.Ha ereditato una situazione finanziaria disastrosa ed era felice quando,in un’occasione di una mia semestrale visita,mi ha detto di essere riuscito a mettere in ordine i conti del Comune. Un po’ingenuo e indolente? Forse.Ma, mi dicevo,e’tipico degli uomini di cultura,che vivono le situazioni da altre angolature.Onesto?Pronto a mettere la mano sul fuoco.Collocato a fare il sindaco quale ventriloquo di Ceravolo? Non esiste.Ho raccolto piu’volte sue lamentele dovute alle punture di spillo e tentativi di logoramento sul piano politico messi in atto dal suo predecessore. Paolo mi ha persino informato del fatto che Ceravolo,per metterlo in crisi,ha fatto dimettere il nipote da vicesindaco(ho dei dubbi) e certamente da assessore.Professo il piu’assoluto rispetto verso gli inquirenti,le cui efficacissime azioni seguo con grande soddisfazione in tv.E’ veramente necessario liberare la nostra derelitta terra dai tentacoli di una piovra che ne soffoca ogni tentativo di alzare la testa.Troppi,troppi parassiti infestano la Calabria. Un’ultima considerazione e una speranza: che assieme all’acqua sporca non venga buttato via anche il bambino.Paolo Alvaro e Toto’ Care’ sono per me delle certezze.Nessuno al mondo mi distruggera’ questo patrimonio.Giovanni Iemma.
Carissimo, rispondo in ritardo perché in questa fase il blog lo aggiorno relativamente poco: me ne scuso.
La considerazione verso questa o quella persona resta impregiudicata, però la cronaca rimane questa. E le dichiarazioni non sono del reporter o degli investigatori, ma delle persone intercettate (come tutto il resto ampiamente riportato su queste pagine digitali).