GIORNALISMI / “Addio, Bowie”. Peccato che non fosse David (…ma Kaspar)
Certo non pensavamo di dover tornare sulla scomparsa del nostro amatissimo David Bowie così presto.
Invece siamo costretti, e non per parlare della sua musica…
Qualcuno di voi, chissà, grazie ai social network l’avrà già sbirciato. Questo comunque è l’infortunio (un naufragio stile Corazzata Potemkin, per essere precisi…) occorso al quotidiano L’Eco di Bergamo.
Nel dare l’addio alla rockstar planetaria di Ziggy Stardust e Life On Mars, la grande foto accanto al pezzo (e a un titolo non particolarmente brillante, va detto) in realtà mostra un imitatore.
Non di professione, eh.
Lo pseudo-Bowie è Kaspar Capparoni (qui nella foto a sinistra, in abiti “civili”), attore romano – il suo “Kaspar” è un nome d’arte, in realtà si chiama Gaspare – venuto alla ribalta soprattutto per il mix di glamour e atletismo dimostrato durante il talent Rai Ballando con le stelle.
Non è David, no.
Cioè: a ben guardare, neanche gli somiglia tanto, eh. E questo, malgrado sia immortalato mentre tentava di calarsi in qualche modo dei panni del Duca Bianco, in una puntata di Tale e Quale (show televisivo in cui star nostrane “fanno il verso” ad altre e spesso più celebri star).
Pazienza (a proposito: quello sulla destra, invece, era il “vero” Bowie, non confondetevi, almeno voi…).
Il commiato a David Bowie sicuramente si gioca su altre righe: quello della propria commozione personale, dei propri ricordi, dei propri gusti musicali, dei propri percorsi (con tutto il rispetto per i neofiti, questo 11 gennaio non è stata la stessa cosa, per chi ha seguito fin da adolescente le gesta musicali di Bowie).
Resta lo spunto magistrale per quanto attiene al giornalismo, anzi ai giornalismi, insomma al giornalismo “creativo” che stavolta ha dato il meglio di sé.
Con una discreta dose di faccia-di-bronzo, scrive in queste stesse ore – proprio sul cordoglio planetario per la dipartita di David Bowie – un titolista dell’Eco: Forse non dovremmo far tanta panna montata alla lacrima di coccodrillo (precisiamo che nel corsivo così titolato di queste parole non c’è traccia).
Sarà.
Qualche navigatore cattivello rammenta che forse è per questo che a Bergamo chiamano il giornale orobico “il bugiardino”, per le notizie – a dire di questo cybersbeffeggiatore – non sempre impeccabili.
Sarà.
…Noi ci limitiamo a dire: forse sarebbe stato meglio, molto meglio, dare un’occhiata più approfondita alla foto, visto oltretutto che si trattava pur sempre dell’addio a una persona che ha lasciato la vita terrena.
Oltretutto, visto che è successo per un artista amato da decine di milioni di persone nel mondo, rimane nel lettore-navigatore l’amaro sospetto che “sviste” di questo genere possano molto più agevolmente avere luogo quando alla ribalta della cronaca ci arrivano (e magari non per una vita da rockstar) persone “comuni”, il cui volto o generalità sono noti ad altrettante persone… Speriamo di non alimentarlo mai.