Forza Italia, diffida con vista su aula di giustizia
Quello che vedete è solo uno dei tanti tweet non particolarmente affettuosi “lanciati” sul web dal giovane avvocato e docente universitario cosentino Michele Filippelli nei confronti della deputata e coordinatrice regionale di Forza Italia Jole Santelli (ma, come ben vedete a destra, con toni asperrimi e già prima, anche nei confronti dell’ormai ex Governatore Peppe Scopelliti).
Cosa c’è di strano? Che Filippelli sarebbe – e di certo era – un attivista azzurro. E anche di una qualche importanza. Tanto apprezzato all’interno del partito, fa notare il diretto interessato, da aver avuto incarichi di rilievo in vista delle Politiche tenutesi il 24 e 25 febbraio 2013: la formazione in àmbito calabrese delle famigerate sentinelle del voto che lo stesso ex premier Silvio Berlusconi aveva fortemente voluto schierare e, ancor più, la redazione di ben due libri che risulterebbero tuttora disponibili online su siti Internet direttamente riconducibili appunto a Fi.
Ora, il problema è: se un attivista di partito svolge attività professionale che serve al partito, in quel momento è un professionista (nel caso di specie, autore d’opere editoriali e formatore delle “giovani leve” di quella forza politica) che presta i suoi servigi a titolo oneroso e quindi va pagato? O è “semplicemente” un uomo di partito e per ciò solo la sua preziosa opera va considerata svolta a titolo gratuito?
…La novità è che,
nel caso di Michele Filippelli (nella foto), dopo infinite schermaglie verbali e tramite i social network, adesso s’è giunti alle vie legali.
Un altro avvocato e docente universitario, Luigi Viola, a metà marzo ha inviato una diffida ad adempiere indirizzata a Forza Italia nazionale e allo stesso Berlusconi per tutelare Michele Filippelli, chiedendo una cifra «ingente» per l’opera di formatore e per i due testi scritti dal suo assistito e tuttora on-line.
L’avvocato Viola è molto netto: pur in assenza di un contratto scritto, a suo parere «si è senz’altro di fronte a un negozio perfezionato in relazione agli incarichi formalmente assegnati a Filippelli e a tutte le conversazioni intercorse» sulla materia col datore di lavoro. «Si parlò di corrispettivi economici e non economici, collegati a progetti futuri, professionali e no…» (particolare sicuramente d’interesse e da approfondire una volta che sarà chiaro il destino del “dialogo” in corso coi vertici forzisti), argomenta Luigi Viola, nell’evidenziare che peraltro «ogni attività professionale va adeguatamente retribuita, se nulla è specificato in senso contrario, come ormai saldamente chiarito dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione».
E ci sarebbe un lucro cessante (il mancato pagamento del corrispettivo dovuto, a fronte di un servizio e di una prestazione d’opera effettivamente resi), ma pure un danno emergente «limitatamente ai due libri, in quanto il mio assistito – chiarisce l’avvocato Viola – al momento del conferimento dei diritti di entrambi i testi a Forza Italia, stava già per chiudere un accordo dello stesso tipo con una casa editrice».
Ma il periodo assegnato per l’adempimento è decorso inutilmente il 31 marzo scorso. Al di là della “telefonata di cortesia” che il legale effettuerà senz’altro, destinatari i vertici nazionali del partito azzurro, due sono concretamente gli orizzonti plausibili a questo punto: una transazione, che è poi la chance che piacerebbe di più allo stesso Michele Filippelli e a chi lo assiste legalmente (imperniabile però, si puntualizza, «solo su contropartite di matrice economica»), o un giudizio civile francamente assai antipatico, già quantomeno in termini d’immagine, per un partito in pratica accusato d’essere un cattivo pagatore.
La cosa curiosa è che la situazione diventa rovente soprattutto “mentre” (se non soprattutto “perché”…) i rapporti tra Filippelli e Forza Italia sono praticamente ormai dissolti.
Il suo avvocato però, anche qui, opera un “distinguo” molto netto: «Rapporto travagliato col partito? In questa partita non c’entra nulla: potevamo essere davanti a qualsiasi altro mandante, stiamo parlando di mero inadempimento contrattuale di quello che riteniamo sia un contratto a tutti gli effetti».