E’ nato il federalismo carcerario
Il vicecapogruppo alla Camera della Lega Nord, Gianluca Buonanno (tipico cognome veneto… E infatti, la sua famiglia è originaria della Puglia), sulle politiche antimafia da perseguire ha le idee ben chiare.
«Invece di costringere all’anonimato e al trasferimento valorosi giudici antimafia, dovremmo costruire una Guantanamo italiana nella terra d’origine dei boss, al Sud, in Sicilia, dove rinchiudere Totò Riina e tutti quei mafiosi condannati a molti ergastoli che ancòra, nonostante siano dietro le sbarre, riescono a condizionare la vita del Paese».
L’idea di Buonanno, esposta dopo le minacce del “capo dei corleonesi” al pm di Palermo Nino Di Matteo, è cioè che non solo i soldi dei veneti debbano restare in Veneto, ma anche i criminali calabresi in Calabria: non solo quando operano vilmente con la ‘ndrangheta, ma pure da detenuti.
Un “federalismo carcerario” che fa pensare.