La stilettata della Cusumano: «Ricorso al Tar per far sciogliere la giunta Raffa»
Il contesto è quello della riunione della Commissione regionale Pari opportunità aperta a esponenti (per lo più al femminile) di sindacati, associazioni e movimenti.
Il punto, come esposto già in apertura dal presidente dell’organismo regionale Giovanna Cusumano (Pdl), è puntellare coralmente la tempestiva trattazione in Assemblea della proposta di legge d’iniziativa popolare – forte di ben 7mila sottoscrizioni – per la “preferenza doppia di genere”. Cioè, quella particolare integrazione al sistema elettorale regionale che vedrebbe sancita per legge la possibilità di una seconda preferenza (facoltativa, appunto; non obbligatoria) rispetto all’attuale preferenza unica, che risulti però “di genere”: se la prima preferenza è stata espressa per un aspirante consigliere regionale di sesso maschile, l’eventuale seconda, se espressa, dovrà indicare obbligatoriamente una candidata donna e viceversa.
Si tratta dunque di una strumentazione potente per riequilibrare il numero delle elette rispetto agli eletti, considerato che in quasi tutti gli Enti locali calabresi i consiglieri donna sono ben pochi e dunque anche gli assessori donna (per non parlare dei sindaci donna) risultano rari.
Emblematico, tuttavia, il caso del Consiglio e della Giunta regionale della Calabria: zero consiglieri donna su 50 (eletti, perché in atto Tilde Minasi e Gabriella Albano seggono a Palazzo Campanella, però solo in quanto subentranti ai senatori Antonio Caridi e Piero Aiello).
Grande solidarietà rispetto a quest’esemplare “azione positiva”, notevole ottimismo sulle chance di cooptare l’aula guidata da Franco Talarico non per forza ad approvare, ma quanto meno a dire formalmente “sì” o “no” (assumendosene le relative responsabilità) su un tale meccanismo per ampliare il numero degli scranni “rosa”.
Ma pure sprazzi di veemente realismo: «Certo noi, dopo l’unificazione delle tre differenti proposte normative, puntiamo a far approvare questa legge regionale entro l’anno e mezzo che resta della consiliatura. Ma sulle reali probabilità di centrare questo risultato, ho parecchi dubbi», ha ammesso un’altra pidiellina, Maria Limardo, in termini percentuali la candidata più votata alle Regionali 2010.
Ma la frecciata vera è arrivata diversamente…
Il presidente della Crpo Giovanna Cusumano (accanto a lei, in questa foto, da sx la Limardo e la presidente calabrese dell’Unione delle Province italiane ed ex presidente della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro) ha ricordato come varie Amministrazioni comunali abbiano fatto le “sparagnine” quanto a numero di assessori donna. Alcune, nel Reggino (Scilla e Melito Porto Salvo prima che il sindaco Gesualdo Costantino fosse arrestato e il Comune del Basso Jonio reggino fosse sciolto per mafia), per inserire anche una sola donna nell’esecutivo hanno costretto le dirette interessate a fare ricorso alla magistratura amministrativa – supportate appieno dalla Commissione –, vincendolo senza discussioni.
Del resto, le liti giudiziarie innescate su questi presupposti sono state tutte vinte dalle ricorrenti: la legge parla molto chiaro.
….E i Comuni capoluogo di provincia? E le Province?
«Siamo ormai pronti a fare ricorso al Tar della Calabria per far sciogliere la Giunta provinciale reggina guidata da Peppe Raffa», ha fatto presente la Cusumano rispetto all’Ente guidato dal collega pidiellino. «Abbiamo intimato a più riprese all’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria di far rispettare la “legge 215” correggendo la grave discriminazione che fin dall’esordio della giunta Raffa non vede tra i suoi banchi alcun assessore donna», ha fatto notare Giovanna Cusumano (che, per una breve parentesi, da consigliere comunale a Reggio ebbe proprio Raffa per sindaco facente funzioni).
Un appunto che va necessariamente integrato dalla circostanza che fra i 30 consiglieri provinciali eletto uno solo è di sesso femminile: Alessandra Polimeno, fin qui del Pdl e adesso – come lo stesso capocorrente dei Popolari liberali di Carlo Giovanardi in Calabria, il consigliere regionale questore Gianni Nucera – ben lontana dal traghettare in Forza Italia, in attesa di futuri sviluppi di segno moderato.
Sarebbe la stessa Polimeno a dover entrare in Giunta provinciale. In caso contrario, effettivamente sembrano esserci tutti i crismi per un suo scioglimento in sede giudiziaria per violazione dei princìpi paritari.
«Se le posizioni di vertice “al femminile” sono così poche – ha rincarato la dose Marisa Fagà, ex presidente Crpo e oggi alle redini dell’Arpacal –, la colpa è anche delle donne: non dobbiamo mai più accettare una situazione come quella dell’Amministrazione provinciale di Reggio». Reazioni della massima rappresentante delle Amministrazioni provinciali calabresi, Ferro: assolutamente zero.
Una vera e propria “messa in mora”: per Palazzo Foti, potrebbero essere gli ultimi giorni disponibili prima d’affrontare un durissimo contenzioso giudiziario delle quali (salvo sorprese stravolgenti), per dirla à la Samuel Beckett, «la fine è nota».