Allestimento al Museo nazionale della Magna Grecia, vince Set Up Live – Protecno Impianti. E… i soldi?
È stato aggiudicato questa sera l’appalto per l’allestimento museologico e museografico e d’impiantistica speciale – cioè, in sostanza, per garantire la completa fruizione – del Museo archeologico “della Magna Grecia”, il Museo nazionale di stanza a Reggio Calabria a Palazzo Piacentini che da poco ha visto la sua riapertura con l’attesa mostra “Arte torna arte”.
Sveliamo immediatamente il nominativo dell’impresa vincitrice: si tratta dell’Ati (associazione temporanea d’imprese) Set Up Live srl (capogruppo) – Protecno Impianti. Sconfitte dunque le altre quattro pretendenti: l’unica reggina, ossia l’Ati Ffc Costruzioni di qualità – Impianti e costruzioni; il Consorzio stabile ReseArch; l’Ati in via di costituzione tra la blasonata Goppion e la Citis; la costituenda Ati “verticale” tra la mandataria Tecnoedil e le imprese mandanti Sice e Impretech (associazione temporanea d’imprese, quest’ultima, reintegrata in sèguito a integrazione documentale richiesta dalla Stazione appaltante).
Il criterio seguìto era quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi del decreto legislativo 163/2006, ma naturalmente i parametri presi in considerazione dalla Commissione aggiudicatrice (presidente, la soprintendente per i Beni archeologici per la Calabria Simonetta Bonomi; componenti, il viceprefetto aggiunto di Reggio Patrizia Adorno e l’architetto Giovanni Villani, coordinatore presso la Soprintendenza di Salerno e Avellino; segretario verbalizzante, il direttore amministrativo ed economico-finanziario alla Direzione regionale per i Beni culturali Salvatore Patamia).
Va detto che la vittoria di Set Up Live–Protecno è stata “costruita” dall’Ati con una grande performance rispetto al pregio dell’offerta tecnica: è vero che il punteggio migliore in assoluto (65) è andato in questo caso a Goppion-Citis, ma è vero pure che i 63,589 punti di Set Up Live-Protecno hanno consentito a quest’Ati di staccare gli altri tre concorrenti nel segmento “tecnico” (57 punti e mezzo, 52 e mezzo e 36 e mezzo appena per Tecno Edil-Sice-Impretech) e mettere così un “paletto” poi risultato fondamentale per l’effettiva aggiudicazione dell’appalto.
Quanto al tempo d’esecuzione dei lavori, del tutto omogenee tutt’e cinque le offerte: prospettati 160 giorni di cronoprogramma (con una decurtazione di 20 giorni rispetto al massimo di 180 giorni previsto dal bando, dunque, con l’assegnazione di 7 punti per ogni concorrente) e 15 giorni per la consegna del progetto esecutivo (attribuiti pertanto 3 punti ciascuno).
Quanto all’altro “piatto forte” insieme all’offerta tecnica, cioè le pretese economiche, proprio questo punto s’è rivelato fatale a Goppion-Citis che s’è limitata a ipotizzare un “normale” ribasso del 7,53% risultando su questo punto fanalino di coda, conquistando solo 20,100 punti. Tutt’e quattro gli altri concorrenti hanno infatti scelto un indice di rischio notevole in materia economica, lanciandosi con ribassi comunque superiori al 20% sui 5 milioni di euro di copertura economica coi fondi del Por-Fesr 2007/2013 (-25,666% per Tecnoedil-Sice-Impretech, pari dunque a 25 punti; -25,08%, da tradursi in 24,804 punti, per l’Ati poi emersa quale aggiudicatrice dell’appalto, Set Up Live-Protecno; -23,50% per il consorzio ReseArch, ossia 23,220 punti; -21,51% per Ffc-Impianti e costruzioni, cui sono stati attribuiti 21,560 punti al riguardo).
Esclusi dal ribasso d’asta, ovviamente, gli 87mila euro “e rotti” per l’impiantistica di sicurezza e i 70mila per oneri collegati alla progettazione esecutiva.
Grazie a due “medaglie d’argento” parziali, insomma, è arrivata la vittoria dell’Ati Set Up Live-Protecno Impianti, rappresenta una sorta di “unità d’Italia” imprenditoriale… da questo punto di vista almeno, lo spirito della celebrazione del 150esimo anniversario dell’Unificazione del Paese pare rispettato.
Quanto alla Set Up Live, si tratta infatti di un’azienda torinese nata nel ’99 dal merge di Intermedia (specializzata negli eventi musicali e in particolare nell’organizzazione dei concerti) e Kmo (Key marketing opportunities, agenzia svizzera con un trentennio di storia corporate incentrata su media activity e promotion marketing). Sede a Napoli, invece, per Protecno, attiva da 39 anni nel settore impiantistico elettromeccanico e presente in albi dei fornitori assolutamente “chiave” come quelli della Nato, dell’U.S. Navy e, in Italia, dei Ministeri della Difesa e per le Comunicazioni.
…Certo, rimane un “dettaglio”: da ambienti regionali apprendiamo con indiscutibile certezza che, delle somme indispensabili per il concreto avvio dei lavori di completamento del Museo nazionale, a Palazzo Piacentini ancòra non s’è visto un euro.
E questa non è proprio una bella notizia…
Sarà appena il caso di ricordare che l’intera gara era stata una “scommessa”, partita pur senza avere prima i denari necessari!, “sfidando” i burosauri che di solito “dettano legge” al riguardo con ben altri comportamenti. Ma adesso siamo alle strette. Già domani partirà la richiesta per l’intera documentazione rimanente necessaria a dare materialmente il “via” ai lavori. Ove questi ultimi, però, non partissero entro la fine del mese di settembre, potrebbero aversi gravissimi quanto indesiderati ritardi anche nell’auspicato ritorno dei Bronzi di Riace nella loro “casa” di sempre, dopo il triennio di restauro-parcheggio nella sala “Federica Monteleone” di Palazzo Campanella.
Attenzione ai ribassi d’asta: era sopravvalutato il costo presunto dell’opera o il ribasso oltre l’8% porterà problemi nella esecuzione dei lavori? Mi auguro di no, ma si faccia attenzione…
Giovanni, il problema in *questo* caso specifico sta nel fatto che su 5 Associazioni temporanee d’imprese partecipanti al bando, ben 4 (quasi tutte, insomma) hanno formulato una proposta di ribasso tra il 20 e il 25 per cento. Dal mio punto di vista, nel tagliare i costi di un quarto i rischi ci sono eccome, e molteplici (benché non sia questa la sede per enumerarli tutti). Però bisogna pure prendere atto che un solo raggruppamento su cinque ha formulato un’ipotesi di decurtazione dei costi rispetto al prezzo a base d’asta molto più contenuta.
Uno spunto propositivo? Non attendere il termine del cronoprogramma o del collaudo ma vigilare in ogni fase dell’appalto per scongiurare ogni sorta di problemi in chiave preventiva.