Affluenza e riverberi sulle percentuali
Poche ore ancòra e sapremo molte cose. Prima di sapere molte di queste, però, ne sapremo delle altre. E cioè, per partire, sapremo finalmente il dato effettivo sull’affluenza.
E’ noto che – da quando è stato reintrodotto il voto “spezzato” in due giornate, la prima festiva e la seconda metà feriale, l’intero corpo della Pubblica amministrazione (più o meno) è tornato a votare molto molto volentieri di lunedì… E questo già ci dice qualcosa sulla relativa inaffidabilità dei dati intermedi, che a fine domenica ci offrono un poco edificante -7,38% rispetto al dato già non esaltante delle Politiche 2008 (55,17% oggi, contro il 62,55% di 5 anni fa).
Ma la cosa più rilevante non mi sembra questa, bensì l’analisi di flusso: tra pochissime ore scopriremo quanti saranno rimasti a casa, ma qualche ora dopo sarà svelato anche quali partiti se ne saranno realmente avvantaggiati.
Il ragionamento, in fin dei conti, è semplicissimo: se Beppe Grillo calamita il “voto di protesta”, stavolta chi protesta alle urne ci va, non si astiene.
E invece “ni”. Sì per chi è un cinquestellino della prima ora; sì per chi s’è lasciato convincere dalle argomentazioni del comico-blogger genovese o magari anche semplicemente dalla sua irruenza antiCasta; no, invece, per chi rimane profondamente non persuaso dai suoi toni, metodi, proposte.
E allora, se davvero ci fosse un ulteriore decremento degli accessi alle urne (nel 2008, comunque, toccarono l’80,51%: percentuali stratosferiche per altri Paesi come gli Stati Uniti, per dire… solo pochi mesi fa, i giornali di tutto il mondo giustamente titolavano Affluenza record, alle Presidenziali Usa ha votato oltre il 70% degli aventi diritto!), le questioni di fondo sarebbero presumibilmente due: 1) quanti i potenziali “grillini” rimasti, per protesta, a casa anziché, per protesta, votare M5S; 2) quanti gli elettori profondamente delusi da Pdl e Lega Nord – in questa chiave la Questione Morale legata al “caso Belsito“, in un partito che aveva puntato tutto su “Roma Ladrona”, a nostro modesto avviso non risulterà marginale – che, anziché ripiegare su altre frange moderate come soggetti di una Destra decisamente più europea (Fare per fermare il declino, 3L) o di una sacca moderata per molti versi affine (coalizione montiana), preferiranno astenersi. Evidente che si potrebbe opporre: beh, e gli elettori piddini delusi dall’impostazione, o dai candidati, o dallo scandalo Montepaschi? Ecco, in questo terzo caso questo blogger immagina un più automatico slittamento “orizzontale” (Sel) o “per succedanei” d’altra coalizione (Rivoluzione Civile), molto più facilmente che l’astensione; anche questa, naturalmente, un’ipotesi da verificare.
Naturalmente, la declinazione di tutto questo avrà pesantissimi riverberi sulle percentuali, sul “voto” valido insomma. E quindi questo fattore, ben più di molti altri, riuscirà a dare una risposta al quesito più ricorrente di queste ore: ma quanto riusciranno a strappare i Grillo–boys? Ecco… se i pidiellini delusi resteranno a casa in massa, è verosimile che Cinquestelle non si scosti molto dal 20% (anche se le differenziazioni, nei pronostici degli osservatori, certo non mancano). Ma se a votare ci andranno, non è difficile immaginare che tutto voteranno fuorché M5S, per cui la percentuale “grillina” in questo caso potrebbe scendere di 3-4 punti.