Pink Politics / 1 – Micaela Fanelli (Pd): globetrotter della politica? E’ normale. E non parlatemi di “modello Reggio”…
Non è facile essere candidate. Specie per la Camera o il Senato. E tranne che per le “big”, delle donne in lizza si parla davvero poco. Un microscopico contributo – fuori da ogni par condicio – vuol darlo, dunque, pure questo blog.
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Raggiungo Micaela Fanelli al telefono, durante uno dei suoi viaggi verso il cuore della Calabria. Appena 41enne, è tra le più giovani candidate d’Italia per Palazzo Madama; e non si tratta di candidatura “di bandiera” (è al quarto posto per il Pd in Calabria dove, se il centrosinistra vincerà, di seggi di coalizione ne scatteranno 6…).
In Micaela spiccano una simpatia naturale e una precisione micidiale nelle risposte: in questo, è assai poco “politica”, del genus femminile sembra aver soprattutto la concretezza.
Ci si dà del “tu”. E dunque lo faremo anche in quest’intervista.
A 41 anni, da sindaco di un microcentro come Riccia (5mila abitanti in Molise, incastonati tra Campobasso e la campana Benevento), ritrovarsi “catapultata” tra i candidati al Senato nella circoscrizione elettorale di una regione relativamente distante come la Calabria…
«Sì, non è la mia regione ma finiamola di parlare di politici “catapultati” altrove. Intanto c’è un portato di esperienze e competenze, dalla progettazione per i fondi europei all’Anci (dov’è nell’Ufficio nazionale di Presidenza, con delega appunto alla Programmazione comunitaria, ndb), che mi porto dietro. E poi nel candidare un dirigente o un amministratore in un territorio diverso dal proprio non ci trovo niente d’anomalo… Il Pd era nato come partito federale, dici? Ok, ma le Primarie in gran parte hanno raccolto quest’input. Per una quota, complici anche i riequilibri nazionali e tra le componenti politiche, è inevitabile che una Micaela Fanelli anziché in Molise, venga candidata in Calabria; come per la modicana Anna Finocchiaro, che anziché in Sicilia è candidata in Puglia …e come per la cosentina Rosa Calipari, che stavolta invece è candidata alla Camera in Lombardia, no?».
Mah… dovresti dirmelo tu! Certo, se rovesciamo per un attimo le parti e lo chiedi a me, ti dico che un tempo l’idea opinabile che una regione debba eleggere solo corregionali non esisteva: erano più forti il concetto costituzionale che il parlamentare «non ha vincolo di mandato» e rappresenta tutto il Paese e il concetto politico che la disciplina di partito prevale sulle ragioni del proprio territorio. Aggiungo: 30 anni fa ogni regione avrebbe “fatto a pugni” per avere il leader di partito candidato nel proprio territorio. Per ragioni utilitaristiche, già. Ma anche perché l’avrebbe considerato un onore.
«Insomma, oggi siamo più provinciali? Non saprei. In questo non vedo tanto un problema culturale, quanto il prodotto di decenni d’esperienze sbagliate. Il territorio chiedeva più favori che rappresentanza. E alla fine spesso di favori ne arrivavano pochini e la rappresentanza non c’era mai… Le esperienze negative del passato hanno forse anestetizzato elettori, attivisti, dirigenti dei vari partiti un po’ ovunque, ma bisognerebbe ripensare a quale straordinaria occasione può essere, ad esempio, oggi per la Calabria avere candidata qui Rosy Bindi. E per me poter spendere settimane di campagna elettorale accanto a “big” come Rosy e come l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Marco Minniti è un grande, grande momento di crescita. Comunque vada a finire».
Micaela, che bilancio trai da 3 anni di sindacatura a Riccia?
«Intanto, è stata una notevole esperienza “di frontiera”, in un centro in cui la frustrazione e l’impotenza dilagano, come in tanta parte del Sud. E poi abbiamo fatto parecchie cose concrete: dall’e-government a una crescente attenzione per il sociale e le associazioni, dalla riqualificazione del centro storico all’avvio di una casa di riposo, nell’idea più complessiva di fare di Riccia un luogo di turismo “del benessere”».
….e da consulente della Regione Basilicata?, per di più dopo importanti incarichi in Confindustria Toscana? Va bene la geo-trasversalità, ma non sarà troppino? Sarà mica per percorsi come questo che poi la gente sparla della Casta?
«Guarda (ride), quando sento domande come questa penso che spesso non si ha l’idea di come funzionano certe dinamiche nel mercato del lavoro. Io ho sviluppato competenze post-laurea non da poco nel settore della progettazione comunitaria: avendo perfezionato gli studi in Toscana sono venute le esperienze confindustriali lì. Poi sempre grazie a Confindustria sono tornata in Molise e poi ho avuto esperienze sempre dello stesso segno con le Regioni Molise e Basilicata, in un momento in cui stavano cercando professionalità di questo tipo. Nessun “giro” strano, la Casta in questo non c’entra niente».
…Ok, ti rifaccio la domanda. Non trovi che, a parità di preparazione, la maggior parte delle persone alla tua età non abbia avuto neanche la metà delle occasioni che hai avuto tu? C’entrerà mica nulla la politica? Non credi che in 9 casi su 10 chi è bravo ma non “ammanigliato” si veda sbattere in faccia tutte le porte?
«Allora: qui, …sfondi una porta aperta. Io non opererei mai una discriminazione di natura politica: per me, se uno è bravo, va avanti. Punto. Debbono contare solo qualità e merito. E poi, se proprio vuoi parlare di me a questo riguardo, la discriminazione per motivi politici io l’ho subita, non me ne sono avvantaggiata: anche per questo, una cosa così nei confronti di un giovane non la farei mai. Il mio motto? Devi andare avanti per ciò che conosci, non per chi conosci».
Si legge tra l’altro sul sito web del Comune di Riccia che l’Ente ha sostenuto 2 eventi a settimana. Ma lo sai che il “modello Reggio”, quello propalato dall’oggi Governatore calabrese Peppe Scopelliti, in debita scala…, si vantava proprio dell’alimentazione di “eventi” a getto continuo?
«…Ma la filosofia è completamente diversa!, ci sono differenze enormi di scala e di merito. A Riccia io non ho certo portato Valeria Marini a passeggiare sul Lungomare sborsando decine di migliaia di euro… Ho patrocinato appuntamenti culturali e dibattiti con relatori locali, promuovendo l’aggregazione sul territorio e qualche sagra, praticamente a costo zero. Tutti qua, gli eventi che ho prediletto io: altro che “modello Reggio”».
…e perché non prendi compensi da primo cittadino?!
«Sì, è vero. Ho rinunciato all’indennità. Evidentemente, posso anche permettermelo; senza ipocrisie, nel caso di una diversa condizione sociale e reddituale di quei soldi pubblici io avrei bisogno… Non negarmi però una prerogativa: con questo gesto ho anche voluto dare un segnale preciso, in uno dei tanti territori in cui spesso i soldi della comunità non sono stati spesi bene».
A proposito di Reggio, però. Parliamo del primo capoluogo di provincia italiano ad avere il Comune sciolto per mafia. Tu vieni da altro territorio… che idea ti sei fatta della vicenda?
«Conosco poco i termini della questione. Ma certo le istituzioni non possono fermarsi di fronte alla considerazione che a venire commissariato non è un piccolo centro ma una città metropolitana. Se la collusione c’è stata, è meglio per tutti un interregno per bonificare politica e amministrazione e poi ripartire».
….Già. Ma non hai mai pensato, durante qualche comizio in una terra e con compagni di strada che certo non conosci alla perfezione: “Oddio, magari uno di questi è colluso e neanche lo so…”? Il tutto mentre il Pd non candida le “sindache antimafia”, e invece la figlia del sostituto pg di Cassazione Scopelliti ucciso dai clan, Rosanna, si candida per il Pdl?
«
Il Pd ha fatto della legalità una bandiera. Partiamo da qui. Poi, quello della collusione è un cancro difficile da estirpare, ma anche da diagnosticare. Secondo me, inoltre, un importante filtro anticlan è incarnato dalle Primarie. In terzo luogo, di sicuro non puoi parlarmi solo delle liste: quel che eventualmente accade “dopo”, è un precipitato di come s’è operato “prima”…». (Certo, quando Micaela Fanelli mi offre questa risposta ancòra non sa che il sindaco di Melito Porto Salvo ed ex vicepresidente della Provincia di Reggio Calabria Gesualdo Costantino sta per essere arrestato proprio perché ritenuto organico alla potentissima cosca Iamonte… Ma tant’è).
L’esperienza elettorale in un piccolo centro molisano e questa forse hanno un fil rouge. A Riccia, prima donna sindaco; per le Politiche, come per le altre candidate, una corsa mediamente più “dura” rispetto ai colleghi maschi, specie al Sud…
«Personalmente, ho trovato uno straordinario calore e un’accoglienza affettuosissima da parte dei calabresi. E debbo dire con onestà intellettuale che da un certo punto di vista essere donna in politica può essere anche un vantaggio. Del resto, il Pd nelle politiche paritarie di rappresentanza è stato un antesignano, e stavolta si avrà quasi perfetta parità numerica tra elette ed eletti. Al contempo, non posso negare che specie in qualche anfratto di “profondo Sud” resistano sacche di machismo becero, ma vanno sparendo: le donne sono sempre meno remissive e sempre più multitasking. Pure gli uomini si rendono conto che per innovazione, pulizia, capacità di fare l’elemento femminile in politica è irrinunciabile… il futuro è rosa. Anche al Meridione».
Ecco, è in questi momenti , leggendo queste cose che vorrei non essere Molisano, ma Calabrese per poterti votare. Viva le conoscenze , abbasso la conoscenza.
SIAMO UN MOVIMENTO CIVIO CALABRESE DEL TIRRENO COSENTINO CHE HA OSPITATO QUALCHE GIORNO FA MICAELA IN UN DIBATTITO PUBBLICO. ALLA FINE, ASCOLTANDOLA ED APPREZZANDOLA, ABBIAMO DEDOTTO CHE MICAELA DEVE ESSERE UNA RISORSA PER IL PD MA LO DEVE ESSERE E LO SARA’ ANCHE PER LA CALABRIA CHE HA BISOGNO DI CONFRONTARSI E FARSI RAPPRESENTARE DA CHI, COME MICAELA, HA MATURATO ESPERIENZE POSITIVE ED HA CONOSCENZE UTILI E NECESSARIE AD UN EFFETTIVO ED EFFICARE RISCATTO DELLA CALABRIA NELLA QUALE I RAPPRESENTANTI DI VALORE SONO STATI POCHI. IN QUESTA TORNATA ELETTORALE MICAELA NON SARA’ DA SOLA MA IN COMPAGNIA DI CANDIDATE E CANDIDATI PRESENTABILI E DECISI AD UNA NUOVA STAGIONE CHE RAPPRESENTI IL RISCATTO DELLA CALABRIA ONESTA.