Scandalo Mps, il Pd adesso rischia davvero
Certo, non deve averci creduto neppure Silvio, alla deflagrazione di uno dei più clamorosi scandali bancari di sempre nel bel mezzo di Politiche che lui e il Pdl parevano assolutamente destinati a perdere.
E, cosa incredibile, non c‘è autogol che tenga (basti pensare alle insensate dichiarazioni, quantomeno insensate per uno che ritiene di guardare all’elettorato moderato…, su Benito Mussolini nel giorno della Memoria): Berlusconi sembra pazzescamente rimesso in pista dall’affaire-Montepaschi.
In cui, com’è noto, c’è un bel bel pezzo di Calabria, considerato che l’ex n.1 Mps e ormai anche ex capataz dell’Abi è un catanzarese “doc”, Giuseppe Mùssari.
Ma adesso, per capire le proporzioni del rischio per Pierluigi Bersani & C., guardiamo insieme le cifre snocciolate in un sondaggio Demòpolis.
Non troppi dati… I numeri eloquenti, fondamentalmente, sono due.
1) a meno di un mese dal voto, c’è ancòra il 43% d’elettori indecisi (solo il 57% ha deciso definitivamente a chi dare il proprio suffragio; il 23% ha deciso “ma potrebbe cambiare idea”, il 20% non ha deciso neanche in via provvisoria);
2) di quel 57% che “ha già deciso”, quanto ai destinatari considerati sopra il 6% dei consensi, stando a quest’istituto demoscopico oggi il 29% voterebbe per il Pd (e poi c’è un poco esaltante 19% per il Pdl, un ottimo 16% per Cinquestelle che solo pochi giorni fa veniva dato poco sopra il 10, un 9,5% per Scelta civica che dovrà far riflettere profondamente l’Udc).
In soldoni: la metà degli elettori indecisi, come spesso càpita, deciderà tutto.
Oggi, avere il 29% dei suffragi per il Partito democratico (percentuale data “in calo”, proprio in ragione del “caso-Mps”) non è proprio una bella notizia, perché significa avere tale percentuale solo sul 60% dei 50,2 milioni di cittadini che compongono il corpo elettorale italiano.
E quindi oggi i dèmocrat staccano tutti, sì, con quel 29%; che – sempre dando per buone queste rilevazioni, of course – applicato su 30,1 milioni d’elettori convinti fin d’ora del proprio voto significa avere dalla propria parte quasi 9 milioni (8,7…) di cittadini.
Restano però i “rimanenti” 20,1 milioni d’italiani votanti: tutto, ma proprio tutto può cambiare.
Specialmente ora.
Bella analisi. Consideri inoltre che i sondaggi hanno una forbice piuttosto ampia in eccesso ed in difetto, per cui il 29 per cento del 60 potrebbe essere anche un 32 ma piu’ verosimilmente un 25……..come dice lei, e’ tutto apertissimo, checche’ ne dicano. Ci saranno delle sorprese.
Andrea Tosatto (candidato al Senato AAOA Movimento 5 Stelle)