Terremoto, dallo Stretto tornato alla paura nasce un rimedio in grado di salvare tante vite…
“Lui” è Nino De Masi, 52enne imprenditore di Rizziconi (primo da sinistra, nella foto insieme al Capo dello Stato Giorgio Napolitano) ben noto per la produzione di macchine agricole, ma ancor più per la strenua battaglia contro l’usura bancaria che l’ha portato sulle prime pagine di molti giornali nazionali.
Ora che lo Stretto ha tremato, il vulcanico imprenditore scrive alle principali testate nazionali chiedendo attenzione per un potenziale rimedio che nasce nello stesso territorio provinciale in cui il terremoto ha risvegliato la paura e ricordato lutti indelebili per la nostra comunità.
È così, infatti, che viene fuori il così detto “guscio De Masi”…
Cos’è? E’ un’invenzione dello stesso Nino De Masi, volta alla maggior sicurezza, specie nei luoghi a elevato rischio sismico (come, appunto, l’area dello Stretto già funestata sul versante calabrese nel 1783 e poi, nel 1908, dal terremoto che praticamente distrusse sia Reggio Calabria sia Messina).
Questa “cellula di sicurezza”, stando allo stesso ex dirigente di Confindustria Reggio Calabria è «un prodotto unico al mondo» che risulterebbe «una soluzione innovativa di protezione cento o mille volte superiore al rifugiarsi sotto un tavolo, un letto o una trave» ma, al contempo, «il mobile mancante per la casa del nuovo millennio».
In acciaio ma predisposta per la personalizzazione con piastrelle, parquet et similia, non ancòra commercializzata (costerà circa 2.250 euro a pezzo), la Safety Cell realizzata da DemTech – uno spin-off della De Masi Costruzioni srl – consentirebbe senz’altro una riduzione dei rischi per l’integrità fisica ma anche sotto il profilo psicologico, in prossimità di una scossa sismica. Da piazzare in un luogo centrale dell’abitazione (o dell’azienda) e raggiungibile da tutti in tempi rapidi, ingombrando giusto pochi centimetri di spessore e d’altezza e senza limitare la fruizione corrente del luogo in cui viene montata («senza l’utilizzo di manodopera specializzata e di attrezzature particolari» ), la Safety Cell potrà resistere a un crollo anche totale di un edificio anche di più piani – fa sapere l’imprenditore pianigiano – fino a 10 tonnellate di peso di eventuali detriti o corpi contundenti che franassero sopra la cellula di sicurezza.
Si tratta inoltre di una soluzione che agevolerebbe la protezione di persone con difficoltà motorie e (in versione personalizzata) con difficoltà d’orientamento o percezione dei rischi; in caso di terremoto che costringa allo sgombero degli edifici, inoltre, renderebbe più rapido e psicologicamente accettabile il ritorno nella propria abitazione, grazie alla facile identificazione di un maggior grado di sicurezza. Anche per questo, stando all’inventore, ci troviamo davanti a una vera «innovazione sociale» destinata a cambiare «il concetto di sicurezza e protezione, sia a livello individuale che collettivo».
Non una “sparata”: nel nostro solo Paese, esistono poco più di 33 milioni di unità abitative, con un bacino d’interesse quanto ad aree a rischio sismico da 25 milioni di unità. Dati sufficienti, da soli, a far capire il mercato potenziale di un ritrovato di questo tenore (secondo l’imprenditore, potrebbe toccare in poco tempo un fatturato da decine di miliardi di euro, «potrebbe divenire una delle maggiori invenzioni degli ultimi anni»).
Al di là della notevole credibilità imprenditoriale e personale di De Masi (chiamato a fare da testimonial di legalità in rassegne come Contromafie e in istituzioni formative quale la London School of Economics), esistono poi altre considerazioni: la Safety Cell è stata già segnalata al comitato scientifico del Saie (il Salone dell’industrializzazione edilizia, una delle maggiori fiere di settore) dall’Università di Venezia.