Intervista al direttore di “Pubblico”, Luca Telese (3) – Un quotidiano di nicchia: pochi redattori, break-even basso
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Sarete in edicola dal 18 settembre, però fin da sùbito hai dato a Pubblico i connotati di un agile vascelletto che si muove molto velocemente specie su web e social network…
«Intanto, questo serve per ricostruire anche lo stesso modo di fare informazione in questi tempi e al contempo per tentare di tenere alta l’attenzione fino a settembre, quando uscirà il quotidiano di carta. Certo Pubblico avrà e manterrà sempre un forte sito web: fondamentale provare a districarsi nel turbine e nella velocità della Rete. Mentre avrà una vita sua propria il cartaceo, con spazio per il racconto, l’inchiesta».
…fatto sta che c’è già il sito web del giornale, tu su Twitter hai inondato tutti di hashtag #pubblico e non solo…
«Intanto Pubblicogiornale.it è una sorta di blog, un sito web provvisorio; quello “vero” è in elaborazione. Quanto ai social network come Twitter, ogni tanto io metto un link su @pubblico piuttosto che su @lucatelese e immediatamente dopo mi arrivano i commenti: è un modo immediato e dinamico per interagire col pubblico e coi navigatori della Rete. Certo, c’è una differenza anche anagrafica rispetto al Fatto: Padellaro e altri sono più anziani, anche se al Fatto quotidiano ci sono moltissimi giovani che conoscono perfettamente le nuove tecnologie… Il loro sito web, anzi, è una “macchina da guerra”: aggiornato costantemente e fatto molto bene. Però forse non s’è capito fino in fondo che il sito è gratis, in sostanza è pagato dall’edizione cartacea del giornale».
Niente finanziamento …Pubblico (appunto) e abbonamento a 100 euro: è su quello che puntate maggiormente per campare? Confermi un break-even sulle 10mila copie?
«Ecco, qui torni al concetto di poco fa: siamo in un’economia di mercato, a quello che si fa occorre prestare molta attenzione. In quest’ottica dico che se il nostro giornale venderà 10mila copie resterà in piedi, se no dovremo chiudere. Non essendo noi megalomani, il nostro piano punta ad avere le dimensioni di un giornale d’opinione, non faremo il Corriere della sera… parliamo sicuramente di un giornale di nicchia, che però vorrebbe essere di qualità. L’abbonamento a 100 euro è ciò che aiuta il giornale, l’abbonato come un “sostenitore” ti offre linfa importante e denaro sùbito; e in cambio ha anche uno sconto consistente sul costo del giornale».
Quante pagine avrà Pubblico, quanti saranno i redattori?
«Le pagine saranno tra le 20 e le 24. I redattori saranno 15 integrati da cinque “articoli 2”, per il resto ci avvarremo di collaboratori. C’è anche una caratteristica che concerne la diffusione del nostro quotidiano: a settembre, non saremo proprio in tutte le regioni italiane, inizialmente non andremo in Calabria e Sicilia. In realtà, questo significa partire con una diffusione un po’ più ampia del Fatto quotidiano quando prese vita: inizialmente, il Fatto non era presente in 4 regioni e cioè le 2 isole, la Calabria e parte della Puglia; noi invece andiamo in Sardegna e anche in tutta la Puglia saremo presenti da sùbito».
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