A Genova, salta il processo alla ‘ndrangheta da export. L’inteprete dal calabrese? Si trova… solo a 1.000 km!!!

Ieri, nelle edicole genovesi, sulla “prima” del popolarissimo Secolo XIX spiccava una notizia che, più che di pesto, profuma di peperoncino…

Riguarda il processo Maglio 3, che già odora di Calabria in quanto derivata dall’omonima operazione messa a segno dai carabinieri del Ros (il Raggruppamento operativo speciale) su input della Dda di Genova, appunto: oggetto, dunque, le ormai notissime (specie dopo lo scioglimento del Comune di Ventimiglia per infiltrazioni mafiose…) commistioni tra ‘ndrangheta e apparati pubblici in Liguria.

Tra gli altri, sono stati coinvolti e arrestati nell’ambito di Maglio 3 i presunti capibastone Mimmo Gangemi (….ma la signora di Ellis Island non c’entra niente!, mi raccomando) e Onofrio Garcea più una lunga serie d’altri soggetti, tra destinatari di misure cautelari e indagati a piede libero; l’organizzazione aveva contaminato tutt’e 4 le province liguri, a Ventimiglia era Michele Circosta – stando agli inquirenti – l’indiscusso capoclan.

Beh, la notizia per una volta non è questa, ma porta al sorriso.

Infatti la prossima udienza del processo ai boss delle ‘ndrine importate all’ombra della Lanterna salta… perché non s’è trovato un interprete calabrese-ligure (o calabrese-italiano, fate voi).

Giuro.

Un episodio di comicità involontaria di questa portata non accadeva, ho motivo di ritenere, dai tempi dell’Unità d’Italia; e m’immagino lo sdegno dei Grandi Giornali Nazionali se, al tribunale di Castrovillari (in via di smantellamento), fosse saltata un’udienza a un imputato di Recco in quanto i calabresi, poveracci!, non riuscivano a capire cosa diavolo dicesse quel nordista di un ligure….

Ma le risate si sprecano, perché in Liguria (non in Groenlandia, ma in Liguria: un posto PIENO di calabresi e, se non bastasse, anche d’associazioni rappresentative dei calabresi emigrati nello Spezzino o a Savona… al punto che anche il Governatore calabrese in carica, un paio d’anni fa, ha inspiegabilmente elargito contributi pubblici a una di queste associazioni: ma questa, evidentemente, è un’altra storia) non s’è trovato UN interprete.

Cioè, detto in italiano e senza riderci troppo addosso, in tutta la Liguria non s’è trovato UN emigrato calabrese in grado di capire adeguatamente cosa dicessero «in calabrese stretto» (…ridiamo per non piangere…) gli indagati nelle intercettazioni oggetto dell’inchiesta Maglio 3 e dunque poi della discovery processuale. E infatti il ctu (…minchia!, verrebbe da commentare) da utilizzare nel “rito abbreviato” con cui giudicare 10 indagati (cioè tutti tranne Paolo Nucera e Arcangelo Condidorio), quale primo troncone del processo, è stata individuata solo nella vicinissima Reggio Calabria (!).

Alla faccia della spending review…. non sarebbe stato meglio un interprete “chilometri zero”, scovato non a mille chilometri di distanza ma, a dispetto delle enormi difficoltà…, tra le decine di migliaia di calabresi trapiantati in Liguria? Oppure, dovendo andare fuori regione, nel confinante Piemonte (dove, quanto a dialetti, sono certamente molti di più i residenti in grado di parlare il riggitàno che il torinese)?

…Evvabbè.

Certo però, se in Liguria i colpevoli dei reati di mafia li cercano con la stessa sagacia con cui hanno cercato un Interprete dalla lingua calabrese a quella ligure (o, se preferite, all’italiano)… allora ha ragione sì il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri (nella foto), in tal caso …davvero, la mafia può campare tranquilla.

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