Caro Silvio, basta così
Dire che il gesto del premier Silvio Berlusconi nel corso della trasmissione Rai Ballarò è semplicemente intollerabile è riduttivo.
Gli insulti al giornalista di Repubblica Massimo Giannini ‘reo’ d’aver riportato alcuni dati (per quanto controvertibili potessero essere) e al sondaggista Nando Pagnoncelli e a tutta l’Ipsos vanno ‘oltre’, così del resto come l’idea di poter qualsiasi Presidente del Consiglio dei ministri di qualsiasi colore intervenire telefonicamente nel corso di una trasmissione della tv di Stato per “dire la sua” sottraendosi però, al contempo, a ogni forma di contraddittorio precedente e successivo.
L’idea che la Verità possa essere una sola rasenta, come ha acutamente osservato Floris, l’antico comunismo; e dunque l’antico fascismo, ogni antico totalitarismo.
Come quando Massimo D’Alema ebbe la faccia tosta di querelare il buon Giorgio Forattini per la celeberrima vignetta (!!) sul “bianchetto” del “caso Mitrokhin” questo blogger insorse, chiedendo anche a eventuali militanti di fede comunista e post-comunista di dissociarsi pubblicamente, lo stesso adesso e a parti invertite: chiunque, anche di fede fascista o post-fascista o forzista o pidiellina, dovrebbe dissociarsi pubblicamente dall’insulto gratuito nei confronti di gente che lavora e che può (può benissimo, finché siamo in Democrazia; e speriamo di restarci a lungo) avere dati od opinioni diverse, da un politico, da un rappresentante delle istituzioni, perfino dal premier.
E se la Fnsi insorge – giustamente – contro il ddl intercettazioni, suggeriamo caldamente a Franco Siddi & compagnia di trovare cinque minuti per rivedere questa puntata di Ballarò e identificare le giuste forme di lotta per ripristinare il diritto sacrosanto dei giornalisti a mantenere la “schiena dritta” (caro presidente Ciampi!, nessuno avrebbe potuto dir meglio….) con fascisti, comunisti, centristi, “ex”, “post” e quant’altri.