…in salute e in malattia… // Il caso Grecia

La domanda è semplice. Senza troppi giri di parole: ma come fa un posto che si chiama “Magna Grecia”, che si riempie la bocca quotidianamente (oltre che di lamentazioni, spesso francamente insopportabili alle orecchie altrui) delle proprie radici elleniche, a fottersene così altamente del dramma nazionale che la Grecia sta vivendo in queste settimane, e che di recente ha prodotto anche (i primi, temo) morti?

Ancor di più, com’è possibile impiparsene così, bellamente, quando esiste nella fascia orientale del Reggino una significativa (e tutelata anche per legge) minoranza grecòfona, o grecanica, o grìka o chiamatela come volete, che viene ‘scongelata’ a convenienza (ma preferibilmente quando ci sono risorse da drenare senz’alcuna apparente utilità pubblica)?

Cara Calabria, cari calabresi, se avete un po’ di tempo tra le mille cose che avete da fare (soap operas politiche, conta degli ulteriori disoccupati, tentativo d’incentivare ulteriormente aziende o distretti ‘decotti’ senza rigorosamente farne partire di nuovi e realmente produttivi e in linea con le vocazioni delle varie aree della regione), se non siete esausti per l’intitolazione alla Magna Grecia di quel villaggio turistico, di tal museo archeologico, di talatra università, be’, volendo potreste anche farvi sentire.

La Grecia, la nostra vera madre, sta male. Aiutarla è fuori discussione: è un dovere di tutti, ma nostro particolarmente.

 

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