Paradosso Gioia Tauro
Difficile da capire come certi fenomeni interessino solo “a corrente alternata”…..
E’ il caso paradigmtico di Gioia Tauro. Il porto più importante di tutta l’area mediterranea per il transhipment è d’importanza mondiale; vanta infrastrutture che non ci sono praticamente da nessun’altra parte; ha reso Contship (e Medcenter Container Terminal) aziende per la movimentazione dei container d’importanza mondiale; da sola, “spinge” l’economia dell’intero territorio calabrese (ma, com’è noto, con la famigerata “rottura di carico” anche parziale, insomma con la semilavorazione o trasformazione anche di una piccola parte degli immensi quantitativi di merci veicolati da e verso l’Oriente attraverso la struttura portuale tirrenica, potrebbe rendere la Calabria una sorta di Emirato-non-arabo).
Be’, succede che Mct parli da svariate settimane di 400 addetti (su 1.200 portuali in totale: un terzo di tutta la forza-lavoro!) da mandare in cassa integrazione (e sottenda pure un possibile disimpegno dal porto gioiese!, vedi dichiarazioni della “numero 1” di Contship Cecilia Battistello…) e che adesso ci siano 8 lavoratori inerpicatisi su una delle 22 gru di Mct e sospesi a 46 metri d’altezza (uno s’è anche sentito male)… e improvvisamente il porto di Gioia Tauro, che nel frattempo negli ultimi mesi del 2009 ha anche perso il 20% del traffico di container a causa dell’inarginabile crisi mondiale (da analizzare bene, però: infatti il volume dei traffici non è in flessione, ma su scala planetaria è in ascesa…), “ritorna” un porticciuolo così, come tanti altri… di cui sulla cartina geografica non si sa neanche bene l’ubicazione…
…E no, caro Governo. Non è assolutamente così che ci si comporta.
I porti del Sud sono strategici per la portualità su scala continentale!, altro che Mezzogiorno d’Italia: a 30 chilometri dal luogo in cui dovrebbe sorgere il favoleggiato Ponte sullo Stretto, è mai possibile che in concreto del presente – e del futuro – del porto di Gioia non interessi a nessuno?